Ho perso il conto delle volte in cui ho pensato di non essere in grado di fare qualcosa.
Una separazione, un nuovo ruolo lavorativo, un viaggio;
ogni volta era la stessa sensazione di panico misto a impotenza, ogni volta la vita, scorrendo, mi insegnava che invece sì, mi ero sottovalutata.
Ero sopravvissuta ed ero riuscita a fare, a mio modo, tutte le cose che temevo, ma non avevo mai metabolizzato la lezione.
Questa volta, invece sì: Tra due giorni ri-Parto. E sono serena.
Quello che un mese fa mi faceva contorcere le budella, ora è gestibile.
Posso farcela.
Sono in grado.
Sul fondo (dell’anima), mi pervade la sensazione che potrei essere capace di fare ben di più.

Cosa è successo nel frattempo?
Ho trovato e rispolverato l’abito dell’autostima, perché il problema è solo quello:
se pensi di non essere in grado di fare qualcosa, è perché non ritieni di essere
abbastanza.
Cazzata.
Grandissima Cazzata.
Da quel venerdì sono passate quattro settimane che paiono il concentrato di 4 mesi, e mezzo, ed è successo che:
Ho accolto la paura e l’idea di non accettare la sfida,
dicendomi che sarei stata comunque stupenda anche senza partire. Mi sono interrogata sull’oggetto dei miei timori rendendomi conto che l’intera frase era piena di “se”
e di verbi coniugati al condizionale.
E sono tornata alla Terra.
Sono andata nei boschi, dicendomi che, a contatto con chi mi ha messa al mondo, avrei potuto ascoltare la mia Voce.
Ho parlato con una donna-crona, una strega che ha urlato “La Regina è nuda! Ed è pure Bona!” facendo risvegliare la Guerrera che è in me.
E’ la stessa Donna Selvaggia che si è rialzata dopo aver finito le lacrime all’incirca un anno fa. E’ quella Vera, quella Radicata, quella Viva.
Ho danzato, come gesto Sacro di Amore per me e per la Vita.
A seguire…con lo scopo di allenarmi, ho fatto le piccole cose spaventose: andare in milonga da sola, camminare nel buio della mia casa nuova e sperduta, dire quello che pensavo anche quando non era comodo.
Mi sono concessa tutto quello che mi faceva stare bene: dalla mozzarella di bufala e il salmone affumicato, ad un weekend con una sorella, alle serate danzanti senza limite di orario, alle boccette di Fiori di Bach, ai km extra con la macchina per stare comoda. Tutto.
Ha funzionato.
Giovedì ri-parto e sono pronta.
Non avrei mai pensato di riuscirci, e invece, ancora una volta, ce l’ho fatta.
Credo di essere al giro di boa, anzi, io sono al giro di boa.
Ho capito dove sbagliavo,
e ora
Torno a casa!
Mi complimento sinceramente, nel tuo scritto mi sono ritrovata, rivista e … emozionata. Buon viaggio Paola
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Ciao Paola! Grazie per i complimenti, mi fa molto piacere che ti sia in qualche modo “arrivato”. Prenditi cura di te 🙂 Barbara
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Ciao Barbara!
Passo di qui per la prima volta, e il titolo mi ha subito colpita.
Ho raggiunto oggi il traguardo dei miei primi vent’anni di vita, ma sento che tutte le sicurezze che sentivo di avere sono messe in discussione.
Mi manca qualcosa, mi sento inadeguata e tutto è un’occupazione temporanea per tenermi lontana dal desiderio che viene sempre ritenuto un hobby – viaggiare.
E leggere queste tue parole mi stanno dando la fiducia di ascoltare quella piccola vocina che sta crescendo dentro di me.
Se leggerai un post intitolato “Come ho fatto a non ascoltarmi prima”, sarà anche merito tuo!
Grazie per aver condiviso questi pensieri.
Veronica ♥
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Ciao Veronica, chiedo perdono anche a te ma leggo solo ora il tuo commento.
Che dolcezza e che energia dalle tue parole.
Hai fatto bene ad ascoltare quella vocina, perché mi sa che così è stato spulciando nel tuo blog 🙂
Abbi fiducia nella tua pancia.
Un abbraccio,
Barbara
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Ciao Barbara,
devo dire che questo commento è stato un po’ una sorpresa!
Sono passati vari mesi, e neanche mi ricordavo più di averti scritto… e mi ha fatto super piacere!
Eh sì, è stata un’esperienza meravigliosa, e ora sto pensando di trasferirmi sola soletta l’anno prossimo in un altro paese.
Chissà come andrà, ma la pancia (e la vocina) non riescono più a stare ferme qui…
Un abbraccione!
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