
In tanti mi hanno fatto questa domanda in questi mesi.
Il primo giorno, sette passaggi mi hanno portata a destinazione succedendosi come coincidenze di autobus svizzeri.
Il primo lunedì, quando avevo paura di rimettermi in strada, ho trovato un ciclamino spuntare dal cemento del marciapiede ed il messaggio di Linda sul cellulare.
Il primo mese ho scoperto, quando tutti in strada mi dicevano che sarebbe stato impossibile, che sarei arrivata a destinazione. Ho guardato il cielo, ho chiesto aiuto, un po’ giocando un po’ pregando davvero, e ho sentito una quercia espandersi dal perineo. Ho goduto di una forza mai percepita prima e della certezza che sì, sarei arrivata dove volevo andare.
A Napoli, a ramadan iniziato, ho confidato a Fiume quanto sarebbe stato bello festeggiare insieme un iftar, mezz’ora dopo, nel suo ostello preferito un algerino bellissimo ci stava offendo datteri con le noci e carne cucinata da lui.
E 12 ore prima di ripartire, ho scoperto di essere a mezz’ora di cammino dal collettivo @santimigranti. Cena insieme, subito.
L’altro giorno, quando siamo andati a Riace con Gianluca e la sua telecamera, siamo arrivati due minuti prima che il bus partisse. Mercoledì, Valentina a Messina aveva il giorno libero e mi ha chiamata, offrendomi di raggiungerla per pranzo, proprio quando il mio stomaco iniziava a farsi sentire.
Oggi, le due ragazze francesi che mi hanno dato un passaggio da Enna a Favara hanno parcheggiato sotto ad un terrazzo coi colori dell’arcobaleno. Una cittadina di 30.000 abitanti e io, senza saperlo, ero proprio davanti alla casa di chi mi avrebbe ospitato.
Sono arrivata due minuti prima che la barca partisse a Villa San Giovanni. A Rosarno, in quel giorno in cui sono stata, c’erano appena arrivati gli operatori valdesi che avevo conosciuto a Lampedusa due anni prima.
E Maria aveva del balsamo per i miei capelli distrutti.
É tutto così. Semplice, non facile ma semplice.
È mettersi nelle mani della Vita.
È fidarsi, quando tutto sembra dire il contrario. E farlo ancora di più, quando davvero tutto sembra dire il contrario.
È quando smetti di controllare tutto e godi di ciò che hai, che l’energia arriva.
É folle fidarsi di ciò che non si conosce, ma davvero forse è l’unico modo per stare nell’autenticità e, di conseguenza, nella felicità.
E tu, tu sei credente?
Questa foto, ritratto ufficiale della felicità, è stata fatta da Maria Cristina del centro @Yoga Time di Messina, che è un luogo bellissimo.
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