Ali per restare. Radici da cui partire.

Perché andare via se hai appena comprato una casa?
Non è in antitesi?
No.
E’ perfetto.
Perché per la felicità hai bisogno di due cose: le radici e le ali.

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Piedi Liberi. Piedi Felici alla Riserva Naturale Salina dei Monaci, Puglia 2016

 

Eli ha trovato la casa dei suoi sogni, sta in cima ad una collina e ha la porta rossa delle favole per bambini, e parte per il suo primograndeviaggiodasola.

Quando me ne ha parlato, sono rimasta perplessa… Perché fare entrambe le cose in un solo mese?
Poi, come  sempre accade, ho compreso d’improvviso: due sogni possono stare insieme anche quando sembrano opposti e  la suddetta domanda era frutto di un’educazione al sacrificio, alla limitazione e al limite.
Perché non ti accontenti? Ma non ti basta mai?Quando ti dai una calmata?
Così è troppo. In fondo, non puoi godere ad oltranza. “

Troppo per chi? Troppo cosa?

Quella domanda è frutto di una società che va in ferie dal 1 al 16 di agosto, tutti insieme, con la macchina, in fila sull’A14 per andare a riempire altre file, quelle degli ombrelloni disposti tra i lidi ferraresi e Gabicce.
E’ frutto dei contratti a tempo indeterminato con un lavoro che non ti piace “ma…al giorno d’oggi!”
Quella domanda è figlia del “ma era un così bravo ragazzo”
Quella domanda è la paura, la comodità e la scusa perfetta per non rischiare mai.

Quella domanda non è la mia.

Non è nemmeno la domanda di Eli che ha scelto di non accontentarsi [da continere, contenere] ma di vivere.
Lei, Eli, farà gli scatoloni e contemporaneamente lo zaino ed è perfetto così.
E’ perfetto perché per abitare un luogo (ma abitarlo etimologicamente, dunque averlo) forse hai prima di bisogno di andare lontana, e, per andare fuori necessiti di un centro, da cui partire e dove tornare.

Dove vai se non hai delle radici?” mi chiedevo un anno fa.
“E come te le fai le radici?” Mi rispondo adesso.

Viaggiando, raccogliendo, nutrendoti con ciò che ti appartiene e sperimentando sulla strada e poi stando, coltivando. Come se tu fossi una pianta, impollinata da chissà quale insetto volante, ma radicata nel suolo da dove le radici, indispensabili, traggono nutrimento.

La testa dove fa vento, i piedi sulla Terra.

E trovo geniale avere entrambe le dimensioni nello stesso momento: una casa nuova da abitare dove tornare dopo un lungo viaggio in solitaria, apoteosi del volo e della scoperta.

Sì, spenderà soldi. Ne spenderà dopo averne spesi già tanti.
E lo farà perché queste cose la rendono felice.

Buon cammino, sorella!

 

4 risposte a "Ali per restare. Radici da cui partire."

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    1. Io da lontana ho sentito quali erano le mie radici, mi sono sentita europea, anche italiana (niente patriottismo eh!?), ho anche apprezzato il mio Paese di cui mi ero sempre un pò vergognata all’estero. Poi tornando a casa, le ho coltivate davvero. Vanno Annaffiate. Vanno estirpate le erbacce. Va fatto un gran lavoro di braccia! e di cuore.

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