
Quando tre anni fai tornai dal Marocco con la lista dei documenti necessari ad un matrimonio inter-religioso stropicciata quanto il mio corpo ed il mio cuore volevo ripartire.
Subito.
Volevo farlo indipendentemente dal mio stato di salute fisica ed emotiva. La destinazione, per la prima volta nella mia Vita, era del tutto irrilevante: guardavo voli di sola andata per Thailandia, Argentina, Kenya… lasciando a quel sant’uomo di Skyscanner la responsabilità della mia scelta.
Forsennata, disperata scelta.
Sarà stato il mio ascendente di terra a tenermi ferma.. dico, a tenermi ferma a terra.

Per me i viaggi sono passaggi iniziatici.
Ogni luogo ha un insegnamento ed ognuno, ognuno arriva al tempo giusto.
Ora, sono di nuovo tutta molto stropicciata e la scelta di partire è stata figlia dell’acqua, voce che ha iniziato a prendere spazio nella luce del Natale, poche ore dopo la nascita di mia nipote. Vita che porta Vita.
Partire per me diventa scelta quando si ha una destinazione chiara che chiama a gran voce, ma anche quando tutte le altre strade -in confronto- si sminuiscono fino a scomparire velocemente nella boscaglia.
Non è la meno peggio, è proprio la prescelta.
Un po’ come voglio che sia il mio lavoro, il mio compagno, la mia casa.
E’ scelta perché, come quando t’innamori, cresce nel cuore come una macchia d’olio e, come clorofilla, riporta vita in un corpo che stava appassendo.
E’ scelta quando nasce dal ventre e si espande, senza spinte, nella testa e nelle mani.
E’ scelta perché mi sono chiesta, da sola, se non stavo scappando e la risposta, invece, è stata che sono piuttosto fuggita da questo viaggio per un buon biennio perché ne avevo timore. Paura di Essere troppa.
E’ scelta perché mi rende finalmente felice.
Se fuggire è fattibile, ma riporta sempre al punto di partenza, andarsene scegliendo consapevolmente porta verso l’ignoto.
Solo l’amore e la fiducia per la Vita conducono a fare l’ennesimo trasloco e mettersi nuovamente in cammino.
Vento in Faccia, Cuore in Mano.

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