Talla Frasqa. Fratello, sorella, amore mio, prenditi cura di te.
Quando si salutano, spesso, i marocchini si dicono così e io, che intorno al concetto di “cura” ci ho fatto un lavoro e uno stile di vita,
non ho potuto che innamorarmene.
Take care of you. Prende soin de toi. Prenditi cura di te.

Tra i tanti insegnamenti che il Marocco mi ha elargito e continua a fare, vi è la cura di sè.
Sono le donne le maestre.
Sono le signore della palestra che andavano a sudare [solo!?] per poi concedersi un’abbondante ora all’hammam tra massaggi, fragorose risate e henna.
E io osservavo, muta, le loro gesta.
E io imparavo, respirandole.
Henna non è una pianta.
Henna non tinge.
Henna è molto di più.
E’ un rito.
E’ un cerchio di bambine, anziane, ragazze e donne, nude, che si prendono cura l’una l’altra. Si fanno il gommage a vicenda in un naturale movimento
che vede passare il guanto da una mano all’altra, mentre la prima porge la schiena alla seconda che continua a raccontare. Sembra una danza. E’ una danza.
Il fatto che io fossi straniera, bianca, evidentemente denutrita ai loro occhi [ma non a quelli occidentali], tatuata e un milione di altre cose haram.. non è mai
stato un problema per non coinvolgermi in questo cerchio, e anzi…

Non c’era cena da preparare.
Non c’era famiglia.
Non c’era orologio.
C’erano solo loro, così diverse, così forti, le donne di Casablanca mi hanno insegnato a prendermi cura di me, mi hanno tinto i capelli, mi hanno reso la pelle liscia
ed abbronzata, si sono divertite a sentirmi imparare quel poco di darija che so.
E mi hanno così iniziato all’uso dell’henné.
Farsi l’henna vuole dire scegliere di dedicarsi alcune ore di tempo,
significa prendersi cura del proprio corpo, sacra terra della nostra anima,
i capelli diventano più forti e al sole brillano in mille sfumature che mi fanno pensare ai mille pezzi della mia vita,
cambiano con la luce, come cambio io; scalano ad ogni lavaggio restando sempre loro, i miei capelli. Significa odorare, per alcuni giorni, di suq, di cucina
della mamma marocchina, di curcuma e cumino.
Significa che per quelle ore, ci sei solo tu. Oppure tu e le tue hkti, sorelle.
Io ho una base ramata e desidero una tonalità di rosso caldo più forte per la mia chioma che raggiunge quasi la vita e preparo un pappone di:
-100 gr di henne sfuso / Tazarine giallo [reperibile facilmente nelle macellerie islamiche]
-fieno greco idratato [da circa 24 ore] e Curcuma [regala riflessi dorati] a occhio
-infuso di camomilla.
Talvolta ho aggiunto yougurt, un uovo, succo di limone diluito oppure olii, anche se, giustamente, potrebbero limitare la colorazione.
Per avere un effetto più mitigato, si può mischiare l’henna con la cassia [reperibile in erboristeria oppure online] che ha un grande potere ristrutturante
ma non colora.
Mescolo il tutto con un cucchiaio e distribuisco l’impasto omogeneo ciocca per ciocca arrotolandole sulla testa, avvolgo
con del celophan e copro con una sciarpa che mantiene la temperatura.
Un paio d’ore di attesa e di [solo] cose belle nel frattempo!
Volendo, si può provare a tingere anche le sopracciglia e, picchiettandosi le guance, farsi delle piccole lentiggini.
Sotto la doccia, invece, dopo un vigoroso scrub, potete cospargervi il corpo con l’henna rimasto e avrete una pelle dal tono più abbronzato dopo una decina di minuti
[occhio al tempo, il rischio Trump è dietro l’angolo!]
Per tante [tante!] info in più, potete dare un occhio qui:
http://www.passionehenne.it
Se siete a Parigi, invece, potete cercare le erbette qui:
https://viaggiareapiediscalzi.wordpress.com/2017/02/23/le-7-1-cose-che-rendono-parigi-la-mia-parigi/
Se invece siete indecise, prendetevelo sto biglietto per Marrakech e compratevi dell’henne a km0!
E voi, come vi prendete cura di voi?
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